mercoledì 16 aprile 2008

Ho il tuo numero...

Qualche giorno fa S. mi ha preso sottobraccio:
- Lucia mi aiuti a fare i compiti? (mi chiama sempre Lucia, pazienza!!!)
- Si, cosa hai per oggi?
- Italiano, una lettura e molte domande
- Dai, prendi il libro...

S. inizia a leggere "L'esperienza esaltante della droga". Caspita, lezione seria oggi pomeriggio!
Lei legge e più legge più penso...
Penso a me a 12 anni, penso a me ragazzetta felice senza problemi, che nel mio mondo e tra le mie amicizie non ho mai avuto di questi problemi. Un'infanzia felice e serena, la mia, nessun problema e bravi ragazzi come amici, un mondo idilliaco insomma.
E la sua infanzia, invece? Chi avrà come amici? Le sarà mai capitato di avere avuto offerto qualcosa? I miei erano anche altri tempi, le droghe c'erano ma non così diffuse, specialmente tra i ragazzini. C'erano le canne, ma quelle contano poco, e poi c'erano le droghe pesanti, e quelle ai ragazzini facevano paura...
Ma ora, tra pillole e acidi, masticati come caramelle o sciolti nelle bibite, è tutto più facile, tutto indolore, tutto un gioco.

La lettura va avanti. La protagonista della storia va ad una festa, tutti sono gentili e carini con lei, la accettano e le sono amici, lei conosce bene solo una ragazza lì, e questa le offre da bere e le dice che inizieranno a giocare, tutti tranne uno, una specie di balia, una baby sitter. Lei beve e inizia a sentirsi male, e poi ride, ride, ride. Un mondo fantastico le si apre davanti, luci, colori, suoni, risate... Poi, però, passata la festa, continua a farlo ancora senza sapere perchè, tutto non ha più senso senza quei viaggi, inizia la dipendenza, l'assuefazione. Inizia una vita vuota.

Finita la lettura si passa alle domande.
Dopo quelle di analisi del testo, quelle facili, quelle sui protagonisti, sulle loro azioni e sui luoghi in cui si svolge la storia, arrivano quelle difficili, quelle che odiano perché devono parlare di loro, quelle sulle riflessioni... "Tu come ti saresti comportata? Perché la ragazza rimane e non va via? Se ti capitasse di avere un amico nella stessa situazione come ti comporteresti? Lo allontaneresti, ne parleresti con qualcuno?..."
Ecco che inizia il mio vero compito. Fare volontariato non significa solo farli leggere bene e aiutarli a scrivere in italiano. Angela, Floriana, Emanuela, Lucia ed io ci troviamo a dover affrontare il ruolo di educatrici, così come dice Michela. Alla fine che facciano tutti i compiti importa veramente poco, serve invece aiutarli a crescere, a fare delle scelte, a fargli capire la differenza tra il bene ed il male, a conoscersi e a capire quanto ognuno di loro sia speciale ed importante e a renderli curiosi del mondo che c'è lì fuori.

Un pomeriggio di qualche settimana fa, alla stazione, in attesa di un pullmann, Lucia mi ha detto: "fuori c'è un mondo che lei non vedrà mai se continua così, e questo mi fa rabbia".
Si, la cosa contro cui dovremmo davvero lottare è l'assenza di sogni e di aspettative di questi bambini. I sogni non servono in quel quartiere se non a mettere grilli per la testa.
Finita la scuola media i ragazzini imparano un mestiere o vanno a travagghiari in nero, o aiutano il padre nella putia o per strada, l'importante è purtari u pani rintra.
E le ragazze? Per loro è ancora più dura; fanno le faccende e accudiscono i fratelli minori, l'unico sogno che gli è concesso è quello di sposarsi e avere una casa tutta loro, un marito e dei figli. Che poi non è nemmeno sbagliato come sogno, ma non dovrebbe essere l'unico. Dovrebbero volere una loro autonomia, essere curiose, conoscere il più possibile e coltivare le loro passioni, non rinchiudersi in una casa davanti la tv in attesa del marito; dovrebbero vivere!

Ritornando a S., abbiamo parlato, l'ho guardata, le ho sorriso e le ho spiegato che lei è l'unica persona importante, il resto non conta, conta solo cosa vuole lei, non gli altri.
Gli amici, se sono veri, ci accettano così come siamo, non ci impongono regole e comportamenti da branco. Ognuno di noi è libero di dire di no, senza alcun obbligo o imposizione esterna. Una sigaretta, una pillola, una avance pesante, possiamo sempre rifiutare, dobbiamo.
E se ci deridono, se ci isolano, se ci lasciano a piedi, si vede che non era quello il nostro posto, c'è sempre una alternativa, c'è sempre qualcuno con cui parlare, c'è sempre un'amica più grande, ci siamo sempre noi su cui può contare e che possiamo andare a prenderla a qualsiasi ora ed in qualsiasi posto, senza rimproveri nè urla.

Alla fine della lezione ha voluto il mio numero di telefono...

Ora nel corridoio mi sorride e mi indica il cellulare: ho il tuo numero...

9 commenti:

Anonimo ha detto...

un post che non mi fa fischiare le orecchie e arrossire, menomale.. :P
e poi la droga fa diventare cretini e io non ne ho bisogno.. vero, sa'?? smack smack..

Sabrina ha detto...

No, decisamente non hai bisogno di nulla, sei già abbastanza cretina di tuo, specialmente per ora...
Ciao occhi a cuoricino!!! ;-)

BETTA'72 ha detto...

wow! ....sono rimasta senza parole con gli occhi lucidi è ammirevole quello che fai e come sei un abbraccio Maffy :-)

digito ergo sum ha detto...

COMMENTO FUORI TEMA
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Ok, mi sono legg... less... letto il blog. Ora sono semiserio: decidi te, ci sono person che fuggono dal passato quando dovrebbero immergercisi a piombo, altre invece vi rimangono aggrappate, quando dovrebbero fuggirvi a mille mila all'ora.
La mia situazione, anche se non dovrei dirlo, è ben peggiore della tua (perdonami ehm... la "presupponenza"). Però non mi importa. Io vivo quel passato, con la dolcezza e l'armonia delle risatine e degli abbracci dei miei bimbi. Non lascio che questo passato influenzi i miei futuri. Sono stato l'uomo più fortunato del mondo a vivere coi miei bimbi per tanti anni. Ora non è più così. Sto "lavorando" alacremente per avere un futuro simile, coi miei figli... ma, nel frattempo, non mi distruggo il domani pensando ad un passato che, tanto, non puo' più tornare. Deve però arrivare un futuro altrettanto bello. E, allora, eccomi qua, ancora in sella, a cavallo di me stesso, a correre indomito. Baglioniamo... La piana dei cavalli bradi. Bradi Pitti, attore sardo che ha fatto fortuna a Hollywooddi.

Sabrina ha detto...

@Mafalda
Bè, la verità è che ho molto tempo libero, niente di più, e siccome palestra e robe simili non mi sono mai piaciute, preferisco utilizzarlo come mi piace di più, con i bimbi ;-)

@Digito
Io non voglio fuggire dal passato nè aggrapparmici.
E' un libro a cui ho messo in calce la parola fine. Ogni tanto lo prendo in mano e rileggo alcuni brani (sempre più di rado), ma so bene che è una storia conclusa, il suo finale c'è stato, non può essercene un altro, e nemmeno lo vorrei più un altro.
Nel bene e nel male è stata la mia vita, ed io sono anche frutto di quello. Certo, ora sto capendo che sono molto altro, ma sono anche quello.
Ho imparato tanto e non posso lamentarmi troppo, c'è sempre chi sta peggio, anche se all'inizio non sono stata in grado di capirlo.
Ora sto bene, certi giorni più, altri meno, ma ormai ho sempre il mio sorriso che niente e nessuno potrà più togliermi.
Sono ottimista io, rido e sorrido sempre, la vita fa affrontata così, con gioia ed incoscienza... il sole ritorna sempre, prima o poi! :-)

digito ergo sum ha detto...

Sei incredibile. O scrivi tra i sei e i settecento postsztzt al giorno, o non ne scrivi per secoli. Questa insostenibile irregolarità sconforta, toglie equlibrio, depista, sovrasta e disorienta.... mi piace!

Sara ha detto...

Ma che bel post e che belle cose che hai scritto..hai dato ottimi consigli a quella ragazza e lasciato nel suo cuore una traccia di quelle che non si cancellano..ti considera un'amica,una sorta di sorella maggiore, e forse è vero, è questa la soddisfazione più grande per chi fa volontariato...:-)

Sabrina ha detto...

@digito
Ed allora eccotene altri due :-P
Stavolta però non l'ho fatto apposta... uno mi ero dimenticata di pubblicarlo, me ne sono accorta solo ora che ho scritto l'altro... era rimasto bozza, sono proprio imbranata... ;-)

@Sara
Ciao Sara, benvenuta!
Sai, le soddisfazioni sono tante, sopratutto essere considerati degli amici, dei confidenti, ed anche vedere i loro sorrisi.
Sono esperienze che tutti dovrebbero fare, fanno crescere e capire quanto è facile essere felici...
Grazieee

P.S. Ma ti sono mai arrivati i miei saluti via terzi in msn? ;-)

Sara ha detto...

Si si, mi sono arrivati...;-)

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare