mercoledì 20 novembre 2013

Casa mia

Le persone non mi chiedono mai come sto e cosa mi manca. Forse non credono che mi manchi nulla della mia vita a Padova. Non è proprio così. Mi manca lei, casa mia.
Io ho vissuto l'ultimo anno e mezzo sola. Completamente. Chi crede che stessi in compagnia si sbaglia, e tanto. Non sento la mancanza di una persona accanto, quella è da tanto tempo che non l'ho, mi sono abituata ad avere solo me vicino da diversi anni. A cavarmela da sola, sempre. A non chiedere aiuto, mai. 
Ora però mi manca casa mia. Sempre di più. Mi mancano i miei angoli, la mia cucina, mi manca la colazione con il tavolo apparecchiato e la finestra sul giardino. Mi manca alzarmi la mattina ed andare nel mio bagno, solo mio, sempre libero, con le mie orchidee. Mi manca guardare la tv sdraiata sul divano. Mi manca stare in pantofole. Mi manca leggere un libro e scrivere senza essere mai disturbata. Mi manca mangiare sul letto matrimoniale. Mi manca prendermi cura delle mie piante e del mio giardino, e chissà la lavanda ed il gelsomino piantati a maggio quanto saranno cresciuti...
Mi manca organizzare serate a casa e cucinare per tutti. Apparecchiare bene il tavolo, mettere i calici, i piatti del servizio, le candele, disporre l'aperitivo. Mi manca il mio letto matrimoniale, il mio comò blu e le mie tende turchesi. Mi manca la mia vasca da bagno, che nelle giornate fredde mi rilassava con la musica e le candele accese, coccole solo per me. Mi manca il mio studio, con la scrivania davanti la finestra ed i fiori sul davanzale. 
Me l'ero fatta proprio a misura mia quella casa. Era calda, accogliente, personale. L'avevo tinteggiata da capo a piedi, 110 mq di casa con tetti a falda alti 4 m. Pulita da cima a fondo, dopo quello che avevano lasciato gli studenti. Aggiustata in ogni sua parte. Arredata low cost con pezzi accuratamente scelti tra rigattieri, mercatini, usato ed ikea. Decorata con tutte le mie grandi e piccole installazioni artistiche. Ogni stanza parlava di me, delle mie passioni. Le mie foto ovunque. I colori sempre presenti all'appello. 
I miei ricordi di Padova sono legati solo a me. Non a qualcun altro. Ero sempre sola a casa, sempre sola fuori casa. Mi manca anche andare a fare la spesa in bici, passeggiare sotto i portici, andare al mercato la mattina a comprare frutta e verdura fresca. Mi manca fare la turista, perdermi per le strade, andare in giro con la cartina in mano. Mi manca quella Sabrina, libera.
Non mi manca tutto il resto. Non mi manca la persona che doveva starmi accanto, non mi manca la gente, non mi manca il clima.
Non mi manca la solitudine. Però mi manca lo stare sola. Il vivere da sola.
Tornata qui mi sono circondata di gente, di calore, di mare, di musica. Qui ho ricominciato a vivere una vita che era rimasta in apnea. Ricordo che ogni volta che atterravo a Palermo avevo un sorriso a trentadue denti stampato in faccia. Che poi scendere dalla scaletta dell'aereo ed avere il mare di fronte, ma che spettacolo è! Caricavo i polmoni d'aria che mi sarebbe servita al rientro.
Ora però tutto ciò non basta più a colmare il vuoto. Voglio tornare libera ed indipendente.
Stavolta voglio una casa che sia solo mia, con un contratto d'affitto con un solo nome, anche con un solo bagno ma con un solo spazzolino, con un lettone grande grande, con una cucina colorata e che sappia sempre di biscotti e di cibo, col frigo pieno di quello che mi piace mangiare. 
Voglio che sia mia e la voglio piena di gente, a volte. Solo con un'altra persona, altre volte, magari a farsi confidenze, magari a stringersi sotto il piumone, magari a chiudersi in casa a fare l'alba guardando vecchi film, con una tazza bollente in mano. Che sia un'amica, un'amico, qualcos'altro poco importa. Importa solo che sia la persona giusta che sappia scaldare il cuore. 
Ma voglio che ad abitarla sia sempre una sola persona, la più importante, me.






1 commento:

Anonimo ha detto...

Le case sono fatte di oggetti apparentemente inanimati. L'anima gliela diamo noi... noi diamo un significato alle cose e le rendiamo vive. Quella casa, con i tuoi oggetti, i tuoi colori, le tue abitudini, finalmente puoi ricrearla nella tua Palermo. Prendine una bella, nuda e vestila con i tuoi vestiti, detta tu la moda. Sarà la casa più bella del mondo, la tua. Ciao Sabri
P.

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare