mercoledì 2 ottobre 2013

Il gioco

Il gioco è importante nella vita delle persone. Fondamentale direi. Serve ad imparare, a scoprire, a conoscersi; fa provare emozioni, fa consolidare legami, stimola la curiosità.
Non capisco perché, a volte, si rinunci a giocare, o si attribuisca al gioco una valenza negativa, superficiale, e lo si voglia portare avanti solo con determinate persone o in determinati contesti. Quando due persone si conoscono, ad esempio, è tutto un gioco: la strategia dell'approccio, il gioco dei ruoli, la seduzione... a volte però tutto questo si perde quando i ruoli si definiscono, quando si diventa coppia, quando subentra un legame ed uno status. Come se il gioco servisse solo per l'approccio. Come se si dovesse giocare solo con gli sconosciuti e d'improvviso con la fidanzata, la moglie, la compagna, tutto si trasformasse in seria, pacata, tranquilla routine. Come se il gioco appartenesse ad una sfera diversa. Come se la vita di ogni giorno spazzasse via il tempo da dedicare al piacere. Come se gli impegni, il lavoro, la famiglia, le responsabilità, fossero cose molto più serie ed importanti di quello. Con la conseguenza che poi si torna a farlo di nuovo quando tutto finisce, per distrarsi, per il bisogno di leggerezza, per non pensare ai problemi.
C'è qualcosa di strano in tutto questo, di sbagliato. E' l'accezione che si da al gioco ad esserla. Qualcuno ci avrà sicuramente detto che a giocare possono essere solo i bambini, che da grandi si diventa seri e non c'è più spazio per certe cose...
Niente di peggio, i momenti ludici servono per alleggerirla, la vita. Per continuare a conoscersi, per creare complicità, per non sprofondare nella noia e nella pesantezza della routine. Devono avere spazio, quindi. Ed a pieno titolo. Altrimenti ci si ritrova stanchi ed invecchiati a vivere una vita priva di emozioni, di novità, solo perché si invecchia, solo perché si diventa altro... e tutto ciò, dopo un pò, ci fa andare in crisi...

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Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare