domenica 8 giugno 2008

Femminilità

Mi hanno sempre affascinato le donne femminili, una donna bella o brutta che sia, se è femminile incanta. Incanta con i suoi gesti, con il suo modo di fare, con la sua naturalezza.
Mi ricordo che diversi anni fa, già donna, mi sentivo impacciata con un paio di tacchi ed una gonna. Mi ricordo le prime volte che mi mettevo un vestito, lasciare i jeans e le scarpe comode, vestirsi di un unico pezzo di stoffa, che strane sensazioni, mi sentivo quasi nuda, vulnerabile. E' strano? E' atipico? Non so, non ne ho mai parlato, nemmeno con le amiche. Chissà perché mi sentivo così, forse per la paura di tirare fuori la femminilità che avevo dentro, e sentirmi indifesa agli occhi degli altri, scoprire nei loro visi di essere qualcosa che ancora non conoscevo di me.
Poi mi sono abituata, mi piaceva vestirmi da donna, però lo facevo raramente. Io crescevo ma agli occhi di chi avevo vicino ero sempre la ragazzetta di 18 anni. Quante volte mi ha fatto rabbia questo, quante volte non riuscivo a capire il perché, quante volte la mia femminilità è stata respinta, quante volte mi sono sentita non capita. E' brutto vedere un sorriso che ti fa sentire diversa, inadeguata e prigioniera di una condizione che non senti tua.
Per tanti anni, troppi davvero, sono sempre rimasta una bimbetta. E non sono mai stata capace di reagire e dire no, io sono altro, sono molto di più. Sono una donna, con esigenze e aspetto tali.
E' strano scoprire la propria femminilità a trentanni, ora che finalmente sono libera di esprimere me stessa con tutti i mezzi a mia disposizione. E scoprire che a determinate azioni corrispondono delle reazioni. Imparare a capire un mondo nuovo di gesti e di segnali, senza parole, silenzi e sguardi che scrivono un nuovo linguaggio.
La prima cosa che ho fatto è stata cambiare tutto, anche in questo. Sono partita da una cosa banale, ho fatto compere. Dovevo costruirmi la mia nuova immagine, dovevo dare dei vestiti alla Sabrina che stava nascendo, così come si fa con i neonati. Sarà stato stupido, ma mettere un vestito, dei tacchi, gli stivali, tutto aveva un nuovo significato, tutto serviva a me, mi esprimeva, era un modo per dire, ecco, sono un'altra persona, sono me stessa, e non quello che qualcun altro vuole vedere.
E questo mi ha dato sicurezza, ho iniziato a camminare per strada cullandomi nel rumore dei miei passi. Anche questo sarà scemo, ma il rumore dei tacchi, quel tic tic sul pavimento, lo svolazzare della gonna, i capelli al vento, mi ricordavano quello che ero e che stavo per perdere, la donna che sono.
L'abito non fa il monaco, ma è un modo per comunicare, per mostrarsi. Ed io volevo apparire quello che ero. Ho riempito l'armadio di gonne, di vestiti, di scarpe. E nel frattempo prendevo consapevolezza della nuova me.
Femminilità però non è solo gonne e tacchi, è qualcosa che si ha dentro, è un valore aggiunto che non tutte le donne hanno. Ed è stata una sorpresa sentirmi dire che sono femmina. Si, io, proprio io. Finalmente presa sul serio, non più battute e sorrisini. Come dice qualcuno sto scoprendo il potere femminile, un po tardi, ma chissenefrega, meglio che mai.
Certo, in questa realtà in cui tutto è ambiguo, in cui i rapporti non sono più semplici e lineari, riscoprirsi a trentanni non è semplice, non è semplice capire le regole, ma inizio a divertirmi. Mi diverte scoprire un mondo nuovo, anche se molto che vedo non mi piace, anche se spesso non lo condivido, ma ognuno fa le sue scelte, ed io credo nelle mie, però sto imparando a giocare. E sto crescendo come donna.
Una donna e siciliana, una donna scura e mediterranea, materna. Una donna piena di contrasti, una donna calda e protettiva. Una donna complessa ed anche forse complicata, chi lo sa. Una donna dai colori forti, in bianco e nero, una donna che non si difende. Una donna che si atteggia forte, ma come dice qualcuno è dolce e fragile. Forse è così. Ma il coraggio e la forza non nascono forse dalle paure e dalle debolezze, dal loro superamento?
Io so solo che ora mi sento me stessa, e imparo cose nuove di me ogni giorno. E che ora mi sento femmina anche con indosso un paio di jeans e le scarpe da ginnastica.
Cambiare per poi ritornare alle stesse cose, ma che ora sono diverse, cambia il punto di vista.
Si cambia dentro. Non fuori.
E si può scegliere.

8 commenti:

Bk ha detto...

Mi mancavano da morire i tuoi post.
Leggerti tutto di un fiato...
fa sempre un bell'effetto.
Ben tornata, donna.
Bk

Anonimo ha detto...

Non ti preoccupare sabry, non avere paura di tirare fuori la tua femminilità. Tanto esce fuori da sola, ed è anche abbastanza evidente !! :D Un bacione da Shin

BETTA'72 ha detto...

Ben tornataaaa! Bello leggerti, bello sapere che stai prendendo consapevolezza di te...ma soprattutto non sentirti così tanto diversa da altre, trent'anni sono gli anni più belli ;-) assaporali tutti un forte abbraccio Maffy

Anonimo ha detto...

La mia femminilità è in coma profondo...mi dice sempre QUALCUNO!!! Maaaah???!!!

Sabrina ha detto...

@Bruno
E a me mancava molto scriverli, tutto d'un fiato...
Un bacio

@Shin
Prrr! Tu e la tua zita siete precisi!!! hi hi hi

@Mafalda
Grazie per l'abbraccio e le parole sempre belle che hai per me... io intanto ci provo a viverli appieno questi trent'anni :-P

@Vivi
E certo, io ancora ricordo certi maglioni o certe tute da casa... ahhhhh

Unknown ha detto...

...leggere ora, dopo molto tempo...chissà se qst blog è attivo? beh, cmq mi sembra di leggere di me...che però sono ancora un po' indietro nell'uscire dal bozzolo...se ti va, ne discutiamo insieme.
l'immagine in coda al post, poi, rappresenta proprio un bel nodo per me........

Robi ha detto...

Sabrina e ora che ne è passato di tempo che fai? Cosa altro hai scoperto della tua femminilità? Io ho 25 anni ma senti che è repressa e ho paura

Robi ha detto...

Sabrina e ora che è passato un po di tempo come è andata la tua vita? Come è cambiata la tua femminilità?

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare