venerdì 28 novembre 2008

Facendo una torta...

Ho appena finito di preparare una torta per il compleanno di Rita.
La torta soprannominata "orgasmica" dai miei amici, perchè secondo loro mangiarne una fetta è meglio che far sesso... de gustibus, io rimango tradizionalista, la torta ci può stare, magari però dopo, per riprendere un pò le energie ;-P
Cmq, riprendendo le fila del discorso, ho cucinato tutta la sera. Ed io cucinando mi rilasso. E penso.
E' faticoso ma rilassante al tempo stesso. Mescolando il burro con lo zucchero fino a che diventi una crema, unendo un uovo per volta ed un cucchiaio di farina e amalgamando è come se i pensieri fossero tutti dentro l'impasto e poco per volta prendessero consistenza, finchè a forza di mescolare, ecco pronta la massa burrosa e morbida, nera ciccolattosa, perfetta liscia e profumata da mettere nella teglia. Anche i pensieri si sono sistemati insieme agli ingredienti e si sono messi tutti al loro posto e ne hanno formato uno solo unico e grande.
Pensavo cioè al mio ruolo nell'ultimo periodo, l'amica. L'amica dei grandi e dei piccini. Che a volte alza la voce e urla un pò sia con gli uni che con gli altri, ma solo quando non ne può più di sentirsi presa in giro. L'amica che però c'è sempre, che cazzia e rimprovera ma che dopo abbraccia sempre. L'amica che non si stanca mai e coccola sempre tutti. Che bacia i bimbi sulla fronte e li stringe forte forte, che non è mamma e nemmeno lo vuole essere, ora, che già deve crescere lei e non può far crescere qualcun altro. L'amica che i grandi li bacia sulle guance, in continuazione, prendendogli le guance e facendo schioccare baci. L'amica grande e l'amica piccola. Che dispensa pensieri profondi, ma profondi assai che c'è da perderci dentro per tutta una vita, come ha fatto lei stessa, che dentro ci si è persa davvero per tanti anni, troppi, e che ora sa davvero che cosa vuol dire sbagliare.
Pensavo e ripensavo all'amicizia quindi. E mi sono sentita amata. E già, strano sentirsi amati così, che forse è il modo più bello e semplice del mondo, senza chiedere niente.
E mi ritrovo amici che mi chiamano alle due del mattino pensando che forse non riuscivo a dormire perchè dopo cena ero un pò triste, che si chiamano tra loro e si passano notizie sui miei stati d'animo, che mi chiamano usciti da lavoro, nel tragitto fino a casa, così, per chiacchierare un pò e raccontarmi dei clienti e sapere dei bambini. Amici che anche se hanno da lavorare extra fino a sera tardi o sono stanchi dopo una giornata dura, che stasera non si esce e si va a nanna, rimangono ore ed ore al telefono che capiscono che c'è qualcosa che non va ma non vogliono chiedere nulla ed aspettano. Amici che stanno attenti ai miei silenzi, ed anche se non parliamo tanto, si accorgono se c'è qualcosa che non va e mi coccolano e mi accarezzano chiamandomi piccola (che poi piccola a volte mi ci sento davvero, e mi servono assai quelle coccole). Amiche che si arrabbiano se non le chiamo, che sono gelose, che sono protettive e fanno i cani da guardia che mostrano i denti. Amiche che credono ancora che i principi ed i cavalieri esistano e si sgolano per farmelo credere davvero. Amiche con cui si riesce a parlare per ore al telefono anche rimanendo zitte, ma che alla fine della chiamata non ci si rende conto più che ore sono, ma solo che ci si è fatto bene l'un l'altra. Amiche che anche se non ci si sente spesso, poi quando ci si vede è come se non fosse passato nemmeno un giorno. Amiche che mi cercano e a cui a volte non rispondo, amiche che silenziose o incasinate ci sono sempre, anche senza esserci, che a volte la presenza non serve. Amiche che perdonano e amiche che cazziano, amiche che sanno quando rimanere in silenzio e quando parlare. E tutti gli altri amici/che in bilico che non si sbilanciano ancora, che ognuno c'ha i suoi tempi ed è giusto così.
Pensavo e ripensavo all'amicizia dunque, e a quanto mi veniva bene il dolce, e che in fondo sono felice anche se mi lamento e mi manca qualcosa.
Sono felice perchè anche se sono sola non sono sola. Ho sempre almeno una porta a cui bussare, anche nel cuore della notte, sempre un telefono al cui squillo seguirà un pronto, e sempre una mano che mi prenderà al volo, proprio quando serve, senza che io abbia ancora urlato.
E pensavo a quanto ero scema e stupida un anno fa, e due anni fa, e tre anni fa, ecc ecc.
Che avevo messo l'amore davanti all'amicizia, ed avevo perso tutto, perchè avevo perso me stessa. Che io non sono una persona sola, che non lo so nemmeno io quante Sabrine ho dentro, ma so che sono una diversa con ognuno di voi, diversa ma sempre la stessa. Che con ognuno sono sempre me ma con sfaccettature diverse, che ognuno di voi fa uscire e crescere una parte di me, e mi spinge ad essere sempre di più.
E pensavo a quando non parlavo con nessuno (ci credereste mai???), che mi dava fastidio anche se mi chiedevano qualcosa, che tenevo tutto dentro, che avevo paura anche di quelli che consideravo amici. Credevo che le cose mie fossero solo mie e basta, che se le ingoiavo e mandavo giù, con il naso chiuso, come medicine cattive, poi sarei guarita, e tutto sarebbe passato da se, bastava solo che il tempo passasse e mitigasse tutto. E pensavo che certe cose le potevo capire solo io, nessuno ci poteva riuscire, e poi erano cose mie e basta, e le tenevo così, chiuse col catenaccio a doppia mandata, per non espormi, per non abbassare la muraglia costruita intorno. E parlavo solo con una persona, la più sbagliata che c'era, perchè era l'unica.
Che idiota che ero, che stupida arrogante, il centro del mondo, del mio mondo. Rifiutavo il dialogo, il confronto, la crescita che viene dal sentire opinioni simili o diverse, ma mai uguali alle nostre. Non volevo crescere, cioè, avevo paura a guardarmi davvero dentro, chissà cosa ci avrei trovato in fondo, che forse alla fine non mi sarei piaciuta, che forse non ero poi così intelligente, ma un pò stupida anche io e non volevo scoprirlo, non mi volevo mettere in gioco, credevo di sapere già tutto, mentre invece non sapevo nulla. Cheppoi si capisce chi siamo anche dalle parole degli altri, che questi, se non ci parli, come fanno poi ad amarti e a dirti chi sei? Io per esempio ho scoperto di essere forte (che poi è mica vero...), cocciuta, sensibile, dolce, femmina, spericolata, aggressiva, piena di energie, e forse a volte anche cattiva. Ho scoperto che la vita ci fa essere sempre diversi a seconda delle occasioni e di chi abbiamo davanti. Ho scoperto in cosa sbaglio e cosa dovrei correggere. Cosa sono troppo e cosa troppo poco. Ho scoperto di essere me solo vivendo con gli altri e degli altri.
E parlando.
Che la comunicazione è tutto nella vita, è la sopravvivenza stessa, che altrimenti si impazzirebbe a parlare solo con se stessi o con un muro di gomma, come può essere a volte un blog.
Io ho scoperto di amare la gente, amici e non, e con straordinaria sorpresa ho visto che anche loro mi amano, amici e non. Ed ora, in questo post, parlo con chi si riconosce dentro alle mie parole, e soprattutto a chi conosce il mio viso perchè lo ha accarezzato o baciato, con chi conosce il mio odore, il profumo delle mie torte ed il sapore delle mie lasagne, a chi mi ha visto struccata al mare o tutta in tiro la sera, a chi sa che sapore hanno le mie lacrime e che rumore fa la mia risata, e a chi sa che riesco a fare insieme e bene entrambe le cose. Con chi ha voglia di vedermi e passa a trovarmi o mi chiede: che facciamo stasera?
A tutti questi io mando un bacio, e ora vado a letto, tanto ci si rivede tutti in questi giorni, no? Che c'è da viverci tanto...
Vi voglio bene

4 commenti:

Giffopa ha detto...

Ciao. Io la torta l'ho gustata, ed ora che ho letto tutto quello che ci stava dietro la trovo ancora più buona. Grande, Sabri.

Sabrina ha detto...

Ciao Giffo!!!
Benvenuto anche qui!
Un bacio!

Strombolicchia ha detto...

Denso questo post, Sabri. Denso come la torta che mi sono persa...ma che ho visto negli occhi sognanti di chi l'ha mangiata :-)
Leggendo e rileggendo....quello che mi viene in mente è che sei bella. Nei mille modi in cui una persona può essere bella. E tu questi modi ce li hai tutti qui dentro!

RoJo ha detto...

Le tue torte sono si orgasmiche, ma, mai e poi mai si possono sostituire a certe pratiche :-D
A te riescono cosi bene perchè fatte con amore, dedizione e tanta maestria. La stessa maestria
che applichi a tante altre cose, compreso il modo con cui ti relazioni con gli altri.
L'amicizia, e sai benissimo che non è una parola che uso "per vanvera", è una cosa sacra e come
tale deve essere gestita. L'amicizia come l'amore dovrebbe essere incondizionata, il piacere di donare
è qualcosa da anteporre a tutto.
Rileggendo ancora una volta il tuo post mi sono soffermato su questa frase:

"E pensavo a quanto ero scema e stupida un anno fa, e due anni fa, e tre anni fa, ecc ecc."

Non si è mai stupidi del donare amore agli altri, anche quando non lo meritano. Non hai niente
da rimproverarti, perchè tutto quello che facciamo durante la nostra vita ha un senso, se non
avessi peccato di ingenuità non staresti qui ad apprezzare quanto di buono hanno da donarti
le persone a te care ;-)

P.S.:
riprendendo una frase, che a suo tempo mi fece ridere, non mi commuovo soltanto perchè sono un uomo :-P

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare