lunedì 15 luglio 2013

Pensieri tra le righe di un libro...

L'indomani a matino l'accompagno' a Montelusa a pigliare il pullman per Punta Raisi che partiva alle setti. Montalbano l'abbrazzo' accussi' forti e se la tinni tanto stritta a longo, che Livia s'ammaraviglio'.
"Che hai?"
"Mi dispiace che tu parta"
"Ma ti senti bene?"
"Benissimo, non ti preoccupare".
'Nveci non era vero.
Sintiva che Livia gli sarebbi mancata assa'.
Facenno la strata di ritorno, vinni assugliato da 'na gran botta di malincunia.
Gli capitava sempri, quanno Livia sinni annava, ma questa era cchiu' forti delle precedenti.
Signo di vicchiaia?
Stavolta, 'nzemmula alla malincunia, c'era pero' macari 'na punta di disagio pirsonali del quali non sapiva spiegarsi la raggiuni.
Siccome che la matinata pariva finta tanto era bella, sterzo', piglio' un viottolo, fici un centinaro di metri, fermo' la macchina, scinni' e si misi a caminare 'n mezzo all'arboli di mennuli e di aulivi saraceni, quest'urtimi pero' sempri cchiu' radi.
E tutto 'nzemmula si spiego' la scascione sel so' stato d'animo. Stavolta, alla malincunia per la pirsona amata che sinni annava luntana, s'era aggiunta la consapevolezza della so' solitudini.
Squasi tttuutte le sirate della so' vita le passava da sulo, dda sulo annava a magiare, da sulo annava a passiare. Non aviva un amico col quali parlari delle so' cose, addimannare un consiglio,confidarisi.
'Na vota gli piaciva. La solitudini gli dava un senso di libbirta'. Ma ora, nell'ultimissimi tempi, la solitudine gli accomenzava a pisari.
(...)
"La signora e' partita?"
"Si"
"Se la tenga cara"
Montalbano lo talio' 'mparpagliato.
"E' una persona rara."
Livia era bona, cara, e lui l'amava dal profunno del cori, ma defnirla addirittura rara! Parse che l'autro gli aviva liggiuto il pinsero.
"Sa, capita che una lunga frequentazione appanni un po' la visione delle qualita' della persona che da tempo ci sta accanto."
E questo era vero.

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Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare