Ci sono persone che vogliono vivere nel dolore. Quello che conoscono, quello che sanno gestire. Il dolore controllato. Sembra strano, ma credo che lo facciano per non soffrire. Hanno troppa paura di perdere i propri punti di riferimento. Di perdere tutto. E si accontentano di vivere una vita di merda per mantenere l'illusione che determinate cose, determinate persone facciano ancora parte di quella squallida esistenza. Hanno tremendamente paura del vuoto, del nulla. Di quella sensazione che ti si attorciglia alle budella e ti fa mancare l'aria. Dell'ansia che ti assale e non ti fa essere lucido. Del dolore che diventa fisico, sociale, denso. Dello smarrimento, della perdita del senso del tempo, del giorno e della notte. Quando tutto si ferma. Il mondo crolla e tu precipiti nella voragine, in caduta libera. E ti schianti al fondo. Sembra la fine del mondo, ma non lo è. E' solo un nuovo inizio.
Il dolore fa bene. Il dolore libera. Il dolore ti fa mettere un punto e ti fa tornare a capo. Pagina bianca. Una nuova occasione di scrivere la propria vita. Un nuovo inizio. Una nuova percezione delle cose e delle persone che abbiamo accanto.
Molti sono codardi. Non hanno il coraggio di morire per rinascere e si condannano ad una vita in agonia. Boccheggiano come i pesci nel secchio del pescatore. Consapevoli che tutto ciò li sta uccidendo. E che per loro non c'è una rinascita, ma una padella con l'olio bollente...
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