scarpe nel fango non mi fanno correre
non tornerò mai più sulle orme
me le ricordo già così bene
mi perdo sempre
ma so sempre da che parte è il mare
arrivare là
non tutti i passi lasciano impronte
mi perdo sempre
ma so sempre da che parte è il mare
arrivare là
dove cadono i fulmini."
Questa non è una canzone, è molto di più. E' un promemoria.
Sapere dove è il mare salva la vita. Un posto dove andare per lavarsi le ferite, certo è acqua salata che brucia da morire, che fa scendere lacrime che scottano sulla pelle. Ma cicatrizza. E lo fa così bene che dopo un pò la ferita non perde più. Certo restano dei segni che non andranno mai via, ma si sa, cu mancia fa muddiche, è inevitabile. La cosa davvero importante è non ripercorrere le stesse orme, capire che non ha senso continuare a soffrire sempre per le stesse cose, le stesse parole, le stesse promesse. Comportamenti che alla fine sono tutti uguali. Parole che si ripetono sempre. E' impressionante come persone che tra loro non si conoscono usino sempre le stesse parole e poi si comportino sempre allo stesso modo. Fa paura. Secondo me esiste un codice segreto, una specie di setta in cui si passano sempre lo stesso libretto da generazioni in generazioni con le parole da dire in certe occasioni. E soprattutto in cui insegnano che non si devono mai rispettare le proprie parole, che alla fine non hanno significato, che sono tutte vuote, specialmente le più importanti. E che alle parole non devono mai seguire i fatti, mai. Devono solo illudere. Ho capito, sarà una setta di prestigiatori!
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