Ho appena sentito una frase. Di sfuggita. Proveniva dalla tv accesa in un'altra stanza.
"La paura del buio si affronta conoscendolo. Bisogna capire cosa è che ci fa paura" diceva più o meno così.
E mi ricordo me da bimba. Avevo tanta paura del buio. Ero piccola piccola. Tre o quattro anni. Dormivo già nella mia stanzetta ma con la lucciola accesa. Un giorno si ruppe. E così ho scoperto la notte.
Mio padre si stese nel letto accanto a me e mi fece abituare al buio. Ho sempre dormito con le imposte aperte, sempre. Ma quando sei abituato ad avere una fonte di luce tutto all'improvviso ti sembra di un buio pesto. I primi attimi furono terrore.
Poi piano piano l'occhio iniziò ad abituarsi. Riuscivo a vedere le sagome degli oggetti. Poi anche i dettagli. Ogni tanto passava un'auto e ne scorgevo il bagliore. La luna... scoprii anche la luna. E tutta la luce che poteva fare.
Un altro sole, solo più discreto. Niente colori abbaglianti, niente di urlato ed esagerato. Tutto era più delicato, tutto simile, neutro.
Da quel giorno ho scoperto che il buio mi piace. Mi piace muovermi per casa senza accendere la luce. Schivare gli oggetti, dargli un nome mentre dormono. Ogni cosa ha una calma diversa nella notte. Come se riposasse.
E quindi? Perché avevo paura del buio?
Non l'avevo mai visto...
E quindi?
E quindi lo so che significa...
Iniziamo a dare i nomi alle cose, allora. Alle paure. Iniziamo a togliergli il velo di polvere lungo anni. Ognuno di noi ha le sue paure. Tutti giganti buoni. Tutti cani che abbaiano.
Fran
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New Yo...
15 anni fa
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