martedì 18 febbraio 2014

Certezze...

Ecco, mi son preparata. Ho spento la luce, acceso il piccolo lume comprato dal rigattiere vicino Venezia, quello con la base di vetro azzurra, che mi piace pensare sia di vero vetro di Murano. Ho messo su un pò di musica, jazz, e chiuso la porta. Ma ho aperto il mio mondo. Un mondo fatto di tasti e di penombra. E' questa la mia vera notte. Solitaria, col plaid sulle gambe se fuori fa freddo. Con una tazza di te accanto al mouse se il freddo è anche dentro. Stavolta niente freddo.
Sta arrivando l'estate.
Stamattina in terrazza ne ho sentito l'odore. E mi si è aperto il cuore. Da qualche parte questa cosa qui devo averla già scritta. Io fino a qualche anno fa odiavo l'estate. Mi piaceva il freddo. Il sole, il mare, non facevano per me. Ora chi mi toglie dal mare mi fa una vera e propria violenza, fisica. Io sono fatta per questa città, c'è poco da fare. Ci ho provato ad andare via, ma il mio cuore sanguinava. Io non riesco a stare lontana da quello che amo. Anche per questo avevo detto addio a questa mia Palermo. Ma l'amore vero e grande alla fine è qui. La mia famiglia, le mie radici, la mia terra.
Questo lo sanno in pochissimi, ma io, fin dal primo giorno in cui mi ero trasferita ricevevo ogni sera un sms da mio padre con su scritto: "Buonanotte a papà". Che per chi non conosce il gergo siculo può sembrare strano. Qui si dice così. Ed ogni sera erano lacrime. All'inizio con i singhiozzi. Poi piano piano sono diventate lacrime silenziose. La mia risposta era sempre: "Buonanotte pà". E sì, c'è questo rituale a casa mia. Ci salutiamo prima di addormentarci. Sempre. Che non si sa mai. E a qualsiasi ora rientri, da sempre, appena rincasata e tolti i tacchi passo dalla stanza dei miei genitori e dò loro un bacio. Inizio con mio padre, poi faccio il giro del lettone e bacio mia madre. Infine mi abbasso ai piedi del letto e spupazzo Lillycane. Fino a quando c'era anche mio fratello in casa aprivo la porta della sua stanza per vedere se c'era. Niente baci a lui, che urlava e svegliava tutto il palazzo. E' sempre stato stronzo.
Da un pò ho ricominciato questo rito tutto nostro. E devo dire che mi mancava tanto. Così come mi mancava guidare la notte. E la notte più bella per farlo è quella del lunedì. Che Palermo ormai, qualsiasi sia il giorno della settimana, è affollata a qualsiasi ora. Tranne il lunedì. Tranne oggi. Stasera già a mezzanotte le strade erano quasi deserte. La macchina scivola via veloce e fluida. Io e la mia città. Mi viene sempre in mente una canzone... tutta mia la città... E d'estate, col finestrino aperto, il fresco estivo che entra e accarezza la pelle... la notte ha un gusto tutto particolare. E' familiare. Non mi sento mai sola. Mi sento me. Mi sento a casa. A volte faccio un giro lungo per rincasare. E passo al mare. Devo allungare davvero tanto, ma ne vale sempre la pena. Mi rifornisco di ossigeno per i sogni.
Ultimamente il lunedì ha anche un sapore diverso. Guidare ha il sapore dei pensieri. Pensieri maturi, pensieri miei, pensieri che non hanno a che fare con uomini o meglio ominicchi ma che parlano di vita. Ogni tanto sono vere e proprie bastonate. Mazzate belle forti, assestate con un colpo secco. Ma non fanno mai male. Anzi, più forti sono, più intensi e veri sono i pensieri dopo. Oggi è stato giorno di mazzate.
Ne avevo avuto un'anticipazione qualche mese fa. Qualcuno cerca di convincermi che tutto il lavoro che ho fatto finora su di me è sbagliato. Ci ho messo tempo e fatica per riuscire ad arrivare alla mia ricetta magica. Che in amore i sacrifici non valgono. Che devo essere sanamente egoista. Volere e non più solo dare. Che troppe volte sono rimasta con un pugno di mosche perchè ho sempre assecondato, sopportato, trovato compromessi, mediato, sacrificato. Ora che sono giunta a capire che la persona da rendere felice sono solo io, me stessa, ecco che arriva qualcuno a scardinare tutto ciò.
E mi dice che amare è farsi limitare dall'altro...
E a queste parole mi parte un urlo dentro. Mi sono ripromessa che dopo l'ultima storia mai nessuno mi avrebbe vietato qualcosa, mai e poi mai avrei messo da parte Sabrina e le sue passioni, che mai e poi mai mi sarei fatta limitare... che io sono importante, la più importante per me...
E mi dice che in amore ci si deve fare secondi...
E mi dice che dobbiamo accogliere l'altro e non solo per il nostro piacere...
Dunque, impiego 36 anni ad emanciparmi dall'universo maschile, anzi, dal prendere consapevolezza che esisto anche io, e poi qualcuno gioca a rimescolarmi le carte...
E' difficile da mandare giù, il boccone non vuole proprio scendere. Al rumore che fanno nella mia testa e nel mio cuore le parole sacrificio, accettare, sopportare, non resisto. Sale l'ansia.
Sarà difficile questo fine settimana, lo sento. Ma non vedo l'ora.
Che vuoi vedere che non ho sbagliato ad amare nella vita, ma sbagliavo solo persona?
Non lo so, io intanto metabolizzo queste parole che mi fanno ancora tremare.
Che ci ho rimesso sempre tutto. Per amare. E per amare così. Per sacrificarmi. Per andare incontro. Per discutere e non lasciar correre. Perchè ne valeva la pena. Perchè l'amore è sangue e sudore. Perchè è qualcosa che si deve costruire. Che si deve aspettare.
E stavolta avevo cambiato tattica. Nessuna rinuncia. Solo la mia felicità. Solo me.
Che poi sola in realtà non lo sono mai. Sono sempre piena di vita.
E va bene... Sono disposta ad ascoltare, vediamo se mi convince. Non pretendo di sapere tutto nè di avere la verità assoluta in mano. Mi metto in discussione, anche stavolta.
Però vediamo chi vince!

venerdì 14 febbraio 2014

Libertà

E' da qualche giorno che sto male. Sono bloccata a casa con la febbre alta. Le giornate trascorrono tra sdraiata a letto, seduta a letto, a letto col pc, sul divano, in giro per casa tipo zombie. Sono in uno stato di prigionia forzata. E mi vengono in mente le parole di una persona speciale che tempo fa mi hanno fatto un gran bene.
"La maggior parte di noi è fortunata perché anche se fuori piove può sempre scegliere di prendere l'ombrello e uscire di casa."
Quanto è vero, noi possiamo sempre scegliere cosa farne di quel giorno lì. Possiamo uscire, rimanere a casa, prendere l'ombrello, bagnarci... Siamo liberi di fare qualunque cosa. E' assolutamente vero. Siamo fortunati. E non è nemmeno vero però che se sono a casa malata sono meno libera. Posso sempre scegliere. Le trappole e le prigioni sono anche mentali. Lo sono il più delle volte. E sono le più pericolose. Essere uomini liberi è difficile. Rendersi conto che non lo si è, è ancora più difficile.
Ci sono anche altre parole che mi risuonano in testa in questo momento. Ed anche stavolta posso dire di essere stata fortunata. Riguardano l'amore. Quello con la A maiuscola. Io l'ho conosciuto. Non che l'abbia mai incontrato, ma so cos'è. Perché l'ho provato. E nonostante tutte le lacrime versate, nonostante le bugie, nonostante gli addii, nonostante tutto sono contenta. Contenta perché certe emozioni io le conosco. Fanno parte di me. Sono io quella lì. Quella che fa cazzate, quella che non si arrende, quella che combatte. Quella che ama, che coccola, che parte. Quella che ci crede. E ne sono orgogliosa. Sono quella che anche se sbatte la testa e si rialza. Ed anche se continua a sbatterla ha sempre un sorriso in volto, magari tra le lacrime.
Non so se sono stata chiara stavolta, non penso. La febbre non mi lascia scrivere come vorrei. Il messaggio che volevo mandare è solo uno: siate liberi. Liberi di vivere, liberi di amare, liberi di lasciare, liberi di fare della vostra vita quello che volete. Vivere non è semplice, a volte fa anche un male cane, ma non per questo si deve mollare. La vita è come l'amore, è qualcosa di vostro, solamente vostro. Che ci siano altri in mezzo poco importa, sono le emozioni che provate voi a fare la differenza. Sono quelle che vi rimangono dentro. Che poi, forse, vita e amore sono la stessa cosa. E di occasioni per farlo non ne abbiamo poi tante. Abbiamo un timer nascosto da qualche parte, ed appena suonerà saranno cazzi...

martedì 4 febbraio 2014

Calli

Che brutta cosa i calli!
Sono brutti sì, ma anche pericolosi. Perché mai? Perché nascondono il dolore.
Fanno abituare, attutiscono il fastidio, ma quello sta sempre lì, non è che va via. Sono un cuscinetto che smorza le sensazioni.
E sono ovunque, i calli.
Nelle mani, nei piedi,
nel cuore.
Brutta cosa non sentire le emozioni del cuore. Magari a volte non saranno belle, ma il callo non è affatto intelligente, lui isola. Isola dal male ed isola dal bene.
E soprattutto non cura.
E se per caso un giorno vai dal callista poi ti trovi a non saper più suonare, a non saper più camminare,
a non saper più amare.
Brutta brutta cosa...

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare