mercoledì 8 gennaio 2014

Qualche mese fa

Qualche mese fa facevo la spesa in un mercato del nord italia, uno di quelli in cui tutti gli ortaggi sembrano finti e perfino le ciliegie sono disposte in file indiane ordinate e parallele. Scambiando due parole con la fruttarola ci trovammo a fare un discorso che solo ora capisco davvero. La notte prima era nato il figlio del principe d'Inghilterra, quindi quale miglior argomento se non il gossip fresco fresco di giornata. Non ricordo come dal principino siamo arrivate alla vita personale della signora e alle sue gravidanze. Due gravidanze difficili, specie l'ultima, passata quasi tutta in ospedale, tutta col patema d'animo di poter perdere il bambino da un momento all'altro. E mi raccontava che gli ospedali fanno schifo, che, mentre lei e altre mamme come lei lottavano giornalmente, fanciulle e ragazzine ventenni entravano ed uscivano come fossero dal parrucchiere, e finito l'aborto per rimediare all'incidente capitato chiamavano al cellulare lo sgallettato di turno o le amiche del cuore per raccontare come era andata "questa" volta, se era stata più veloce della precedente e meno dolorosa, per trovare un passaggio fino a casa e organizzarsi per andare in discoteca il giorno dopo. Lei mi raccontava dei pianti che si faceva per tutto quello schifo e che quando le sentiva parlare così stringeva la pancia tra le mani e diceva all'esserino che ospitava là dentro: "tu non ascoltare, tieniti stretto alla mamma".
Il racconto allora mi fece solo schifo, mi fece schifo la superficialità e la leggerezza delle ragazze delle nuove generazioni, la facilità con cui accadono certe cose e con cui si rimedia a certe cose. Per fortuna le ragazze non sono tutte uguali, ma la paura che ormai siano tante a pensarla così c'è.
Oggi invece capisco meglio la paura che si deve avere di poter perdere qualcosa di così importante. E capisco anche che non è vero che il bambino nasce il giorno del suo compleanno. Perchè in realtà, anche se realtà ancora non è, il pargoletto per i genitori nasce nel momento in cui sanno per la prima volta che fra qualche mese ci sarà. Nel momento in cui iniziano ad avere sogni e speranze, in cui iniziano a fare progetti, in cui pensano a come sistemare la stanza degli ospiti e a fare la lista delle cose che dovranno comprare. E dal pensare se sarà maschio o femmina al fantasticare su quello che farà da grande ed a vedersi nonni con nipotini al seguito il passo è breve! Nasce nel momento in cui entra nei loro pensieri. E lascia uno strano vuoto quando va via così, all'improvviso, del tutto simile ad un lutto.

Leggendo qua e là...

  • "...ho letto una volta che gli antichi saggi credevano che nel corpo ci fosse un ossicino minuscolo, indistruttibile, posto all'estremità della spina dorsale. Si chiama luz in ebraico, e non si decompone dopo la morte nè brucia nel fucoco. (...) in me (...) è sorto il pensiero, folle e dolce, che forse il mio luz non si trova dentro di me, bensì in un'altra persona." da Grossman, Che tu sia per me il coltello
  • "...gli ho detto, quel che di bello c'è nella vita è sempre un segreto... per me è stato così... le cose che si sanno sono le cose normali, o le cose brutte, ma poi ci sono dei segreti, ed è lì che si va a nascondere la felicità.." da Baricco, Castelli di rabbia
  • "Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanere secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." da Baricco, Oceano Mare